Torchio Columbian
Inventato dall'americano George Clymer e prodotto a Londra a partire dal 1817. Questo esemplare รจ l'unico presente in Italia.
Stampatrice da tavolo tipo "Boston"
Modello costruito dall'Officina "Fabbrica Milano" Anno: 1880
Torchio calcografico in legno
Anno di fabbricazione 1750 ca. Utilizzato dalla Casa Editrice Ricordi, Milano

Dopo L’infinito ancora Leopardi con Silvia e Nerina nella sua poesia.

Ma sono esse due nomi diversi propriamente persone distinte o non piuttosto l’identica persona?

Relatore il presidente del Museo della Stampa e Stampa d’Arte, Tino Gipponi che, sabato 7 ottobre alle ore  16.30, esaminando i versi delle due liriche (A Silvia e Le ricordanze) con altre comparazioni, stabilisce i caratteri distintivi delle due giovinette, di là da quelli di avvicinabile somiglianza che le caratterizza.

Si dice che nel campo della cultura nessuno nasce orfano e anche questa volta, poco concedendo alla narrazione aneddotica, lo scrittore critico analizza il piglio formale delle due liriche unitamente ai vari prestiti o citazioni che affiorano qua e là nei due canti.

Fra altre annotazioni netto è il contrasto fra la risonanza sentimentale affettuosa ma calma e tranquilla che il poeta esprime per Silvia e l’ardore, la fervida passione che lo anima quando la ricordanza coinvolge Nerina, come una differenza c’è fra il rammarico pacato che egli manifesta per la morte di quella e la sofferenza dolorosa quando pensa alla morte di questa, a Nerina, con qualche anno in più, cui dedica solo gli ultimi 38 intensi e struggenti versi dei 173 che compongono Le ricordanze (del 1829, un anno dopo l’omaggio A Silvia).

Vi aspettiamo.