Dopo L’infinito ancora Leopardi con Silvia e Nerina nella sua poesia.
Ma sono esse due nomi diversi propriamente persone distinte o non piuttosto l’identica persona?
Relatore il presidente del Museo della Stampa e Stampa d’Arte, Tino Gipponi che, sabato 7 ottobre alle ore 16.30, esaminando i versi delle due liriche (A Silvia e Le ricordanze) con altre comparazioni, stabilisce i caratteri distintivi delle due giovinette, di là da quelli di avvicinabile somiglianza che le caratterizza.
Si dice che nel campo della cultura nessuno nasce orfano e anche questa volta, poco concedendo alla narrazione aneddotica, lo scrittore critico analizza il piglio formale delle due liriche unitamente ai vari prestiti o citazioni che affiorano qua e là nei due canti.
Fra altre annotazioni netto è il contrasto fra la risonanza sentimentale affettuosa ma calma e tranquilla che il poeta esprime per Silvia e l’ardore, la fervida passione che lo anima quando la ricordanza coinvolge Nerina, come una differenza c’è fra il rammarico pacato che egli manifesta per la morte di quella e la sofferenza dolorosa quando pensa alla morte di questa, a Nerina, con qualche anno in più, cui dedica solo gli ultimi 38 intensi e struggenti versi dei 173 che compongono Le ricordanze (del 1829, un anno dopo l’omaggio A Silvia).
Vi aspettiamo.